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UN TRAGICO BILANCIO

 

Il gravissimo terremoto del 23 novembre 1980, che ha sconvolto gran parte della Campania e della Basilicata, ha anche duramente colpito Piano di Sorrento, il cui tragico bilancio è il più triste fra quello dei paesi della penisola.

In poco più di un minuto, la furia omicida della natura ha ucciso 10 sventurati cittadini, fra cui anche un ragazzino di 12 anni, e solo per miracolo o per un caso fortunato diversi altri hanno evitato la morte.

Le vittime (Cappiello Lucia, Quinto Carolina, Terranova Antonietta, Terranova Maria Concetta, Del Vecchio Andrea, Conte Matteo, Carotenuto Dora, Carotenuto Maria, Carotenuto Angela, Martorelli Antonino) sono state in genere travolte dal rovinoso crollo delle loro abitazioni, tutte di vecchia costruzione, ma alcune dall'apparenza massiccia e sicura.

 Ai morti, per i quali fu celebrato giorni fa un solenne rito funebre in piazza Cota, si aggiungono 37 feriti, e circa 1.600 senzatetto.

Bastano questi dati a dare un tremendo quadro del disastro causato dal terremoto nella sola Piano di Sorrento, investita con particolare violenza dal sisma, e con danni molto più gravi di quelli patiti dai paesi vicini, almeno in termini di vittime umane e di fabbricati completamente distrutti.

Infatti, tra fabbricati caduti e in via di abbattimento, ne conteremo alla fine 12 cancellati dal patrimonio abitativo, mentre le case inagibili sono ben 420 ed i fabbricati semi crollati, alcuni forse da abbattere, sono in tutto 48.

Problemi di questo genere, lutti così gravi, danni così ingenti, non si possono certo compensare con facilità ed in breve tempo, anche se si disponesse di risorse eccezionali, perché qui non c’è solo bisogno di somme di denaro, ma di molte cose.

Basterà pensare, ad esempio, che nei campeggi, in questa stagione certo inospitali, perchè inevitabilmente freddi, umidi e attrezzati solo per la stagione calda, sono ospitate circa 300 persone, in roulottes o bungalows, mentre negli alberghi, di cui alcuni pure non sono dotati delle necessarie attrezzature per ospitare in inverno delle persone, vi sono circa 700 persone.

Inoltre, molti abitanti di Piano, si sono dovuti spostare anche di qualche chilometro dalle loro abitazioni, dalle scuole, dai parenti e dai luoghi di lavoro, dovendosi sistemare in alberghi di Sorrento.

Il resto degli abitanti sinistrati ha trovato alloggio presso parenti e presso amici, non senza problemi dovuti all'affollamento in poche stanze, alla mancanza di comodità, vestiti, ed alla perdita di beni.

A parte i gravi danni arrecati dal terremoto alle abitazioni, di cui in genere la maggior parte ha riportato almeno qualche crepa, più o meno preoccupante, anche alcuni edifici di interesse pubblico hanno subito danni.           

Tutte le tre chiese parrocchiali, S. Michele, Trinità e Mortora, hanno subito ingenti danni, in particolare la prima, e l'edificio postale è stato gravemente danneggiato.          

Quanto alle scuole, se la Media “Amalfi” ha ospitato per diversi giorni alcune famiglie, quella di Petrulo, sia al centro che alla succursale, di vecchia costruzione, è stata di chiarata inagibile, e gli alunni hanno dovuto trasferirsi alla Media Amalfi.

Anche le scuole di Trinità (elementari) e la succursale del Nautico, posta nella vecchia villa di V.F. Campa, sono inagibili, o grave mente danneggiate.

E’ così avvenuto per diversi negozi, strutture turistiche, tratti di strada (vedi V. S. Michele).

Eppure vogliamo concludere rievocando le parole del Presidente della Repubblica, almeno quelle conclusive “il miglior modo di ricordare i morti è pensare ai vivi”, invitando tutti a rimboccarsi le maniche, poiché il solo pianto, pur comprensibile e degno di rispetto, non ci potrà aiutare nella ricostruzione.

Tommaso Di Prisco

 

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