Da “MISTERO BUFFO - TESTI DELLA PASSIONE”

Di Dario Fo

maria

Morire? Dovrà giusto venire morto questo caro mio dolce? Morte le mani, morta la bocca e gli occhi... morti i capelli?.,.. Ohi, che mi hanno tradita... Oh Gabriele, giovane dalla dolce figura, con la tua voce da viola innamorante, per primo tu, tu mi hai tradito da truffatore: sei venuto a dirmi che sarei diventata Regina io... e beata, felice, in testa a tutte le donne! Guardami, guardami qui come sono a pezzi e sfottuta, l'ultima donna al mondo mi sono scoperta! E tu... tu lo sapevi nel portarmi «l'annuncio» che fa sciogliere dalla commozione, di farmi fiorire nel ventre il figlio, che sarei diventata di questo bel trono Regina! Regina con il figlio gentile e cavaliere con due speroni fatti con due gran chiodi piantati nei piedi! Perchè non me lo hai detto prima del sogno? Oh, io, stai sicuro, io non avrei voluto essere riempita, no, giammai a questa condizione, anche se tosse venuto il Dio padre in persona e non il piccione colombo suo spirito beato a maritarmi...

maria (come in sogno)

Chi sei laggiù, bel giovane, che mi sembra di riconoscerti? Cos’è che vuoi da me?

gabriele

Gabriele, l'angelo di Dio, sono io quello, vergine, il nunzio del tuo solitario e delicato amore.

maria

Torna ad allargare le ali, Gabriele, torna indietro al tuo bel cielo gioioso, che non hai niente da fare in questa schifosa terra, in questo tormentato mondo. Vai, che non ti si sporchino le ali dalle piume colorate di gentili colori... non vedi fango e sangue, stereo di vacca, è tutto una cloaca? Vai, che non ti si spacchino le orecchie tanto delicate con questo gridare disperato e i pianti e l'implorare che cresce da ogni parte. Vai, che non ti si consumino gli occhi luminosi nel rimirare piaghe, croste e bubboni, e mosche e vermi fuori dai morti squarciati. Tu non sei abituato, che in paradiso non ci sono rumori ne pianti, ne guerre, ne prigioni, ne uomini impiccati, ne donne violate? Non c'è ne fame, ne carestia, nessuno che suda (per il lavoro) a stancarsi le braccia, ne bambini senza sorrisi, ne madri smarrite e scure (per il dolore), nessuno che peni per pagare il peccato (originale) vai, Gabriele, vai...

gabriele

Donna addolorata... che perfino nel ventre t'ha strappato il patimento, oh, io lo conosco chiaramente questo tormento che ti ha preso guardando il Signore giovane Dio inchiodato... In questo momento vengo a conoscerlo anch'io (al) pari di te.

maria

Lo conosci al pari mio, pari a me? L'hai avuto tu, Gabriele, nel ventre ingrossato, il mio figlio? Hai morso tu le labbra per non gridare di dolore nel partorirlo? L'hai nutrito tu? Dato il latte dalla mammella tu, Gabriele? Hai sofferto tu, quando è stato ammalato con la febbre, le macchie della rosolia e le notti in piedi a ninnarlo (quando) che piangeva per i primi denti? No, Gabriele? Se non hai provato queste bagatelle, non puoi parlare d'avere il mio dolore in questo momento...